HIV e malattie sessualmente trasmissibili: non abbassiamo la guardia!

Il 1° dicembre 2017 le classi quinte del liceo scientifico e linguistico U. Midossi di Nepi hanno assistito alla conferenza  sull’HIV, AIDS e malattie sessualmente trasmissibili a cura del dott. Caterini, Direttore dell’Unità Operativa Complessa , Centro di Riferimento Aids , dell’ospedale Belcolle di Viterbo. Nato a Capranica (VT) il 6 ottobre 1952, Caterini si laurea alla “Sapienza” di Roma in Medicina e Chirurgia nel 1979 con il massimo del punteggio.  Si specializza in Malattie dell’Apparato Digerente e in Malattie Infettive e consegue una nuova laurea in Epidemiologia per Operatori di Sanità Pubblica. Lavora a Viterbo dal 1981.

Alla fine della istruttiva presentazione delle cause e conseguenze delle malattie sessualmente trasmissibili e delle precauzioni da adottare, il dott. Caterini ha risposto ad alcune domande degli studenti.

A che punto siamo nella terapia contro l’HIV e l’AIDS?

Per quanto riguarda l’HIV e l’AIDS, malattie sessualmente trasmissibili, c’è una grande quantità di farmaci che sono in grado di eliminare il virus. Per debellare queste malattie e non esporsi completamente al virus, le medicine devono essere prese giorno dopo giorno secondo le modalità prescritte dal medico; questo però non sempre accade perché la maggior parte della popolazione, una volta contratta la malattia, non compie un’aderenza al 100%, ossia non assume le medicine regolarmente, interrompendo per un periodo di tempo la terapia. In questo modo il virus diventa resistente ai farmaci e, sebbene questo possa sembrare ‘sconfitto’ dagli antibiotici, persiste nell’organismo dell’individuo anche in modo asintomatico.

Quanta della sperimentazione viene fatta in Italia?

In Italia molta della sperimentazione per contrastare queste malattie e per creare nuovi farmaci si svolge soltanto in particolari ospedali che si preoccupano di analizzare sostanze terapeutiche innovative, per far sì che queste medicine siano talmente forti da poter eliminare il virus. Questo però non è possibile perché, a causa di un’aderenza incompleta, la malattia persiste nell’organismo così da non ripristinare più l’immunità dell’individuo.

Come si può informare la popolazione che queste malattie non sono state ancora debellate?

L’obiettivo principale è informare la popolazione, soprattutto gli adolescenti, attraverso giornali e fonti multimediali del tasso elevato di rischi di poter contrarre queste malattie. Per questo si possono distinguere due diversi fattori: quello economico e quello psico-fisico. Il primo sta a intendere che i farmaci somministrati ai pazienti vengono procurati dalla sanità, quindi dallo Stato; di conseguenza non si può calcolare con precisione per quanto tempo ancora lo Stato potrà sostenere queste spese. Il secondo riguarda invece la resistenza del corpo umano all’assunzione continua di questi farmaci, il che potrebbe riportare, col passare del tempo, gravi danni all’organismo. Il consiglio dei medici però è quello di cercare di prevenire queste malattie grazie alla grande quantità di precauzioni piuttosto che curarle dopo una disattenzione o poca preoccupazione a riguardo di queste gravi malattie.

Intervista a cura di Ludovica Ruggeri e Marzia Marzi V B