Dal calcio alle periferie di Napoli: Cannavaro e Ferrara campioni di beneficenza

Fabio Cannavaro e Ciro Ferrara sono due icone del calcio nazionale, ma non tutti sanno che le loro storie si sono intrecciate per dar vita a un’istituzione benefica che opera da anni a favore dei ragazzi più disagiati.

Per conoscere meglio la Fondazione Cannavaro-Ferrara abbiamo intervistato il suo direttore, Vincenzo Ferrara. Dal colloquio è emerso un instancabile impegno che va avanti da 16 anni, grazie al quale si continua a mandare avanti progetti sociali in favore dei ragazzi meno fortunati dei quartieri napoletani. Spinti sempre dall’amore per la loro città natale, Napoli, i due campioni stanno ridisegnando con tenacia un nuovo volto alle periferie partenopee, tra la creazione di scuole calcio e aiuti economici alle famiglie in crisi. La macchina della solidarietà messa in piedi dalla Fondazione Cannavaro-Ferrara non si è fermata neanche durante la pandemia e continua a coltivare progetti, ultimo quello di riqualificare il verde pubblico del parco La Loggetta.

Da dove nasce l’idea dar vita alla Fondazione Cannavaro-Ferrara?

La Fondazione nasce dai lunghi ritiri in Nazionale tra Fabio Cannavaro e Ciro Ferrara. Sorgeva il desiderio di fare qualcosa per la loro città natale, ovvero Napoli, restituendo una parte delle loro fortune acquisite nel corso della loro carriera. L’obiettivo fondamentale è quello di aiutare i minori a rischio, arrivare alle famiglie più povere di Napoli, per dare loro un futuro riscatto sociale.

Quali sono i progetti più importanti che sono stati realizzati fino ad ora dalla Fondazione?

I progetti più importanti fino ad ora realizzati sono in ambito medico, tra questi c’è la donazione di un’ambulanza. Abbiamo realizzato progetti anche in ambito formativo e scolastico, toccando il “dopo-scuola” e creando dei centri ludici per bambini.  In ambito sportivo abbiamo ristrutturato un vecchio centro a Scampia, in stato di abbandono dal 2010, trasformandolo in una scuola calcio che ospita fino a 500 ragazzi, annettendo anche due campetti da calcio a 5.

In che modo riuscite a finanziare i progetti?

Vincenzo Ferrara

Vi sono diverse modalità di raccolta fondi, in particolare attraverso eventi benefici in cui invitiamo amici e rappresentanti di aziende. In passato sono stati organizzati bandi pubblici e sono state fatte sponsorizzazioni e donazioni dirette da parte di Cannavaro e Ferrara.

In quali campi opera la vostra Fondazione?

In ambito ospedaliero abbiamo fatto dono di macchinari ospedalieri; abbiamo ristrutturato laboratori informatici, artistici e fotografici per aiutare gli adolescenti anche nel dopo-scuola; infine abbiamo fondato un centro sportivo.

Qual è stato fino ad ora il progetto che vi è rimasto più a cuore?

Ogni progetto ha lasciato il segno. Forse uno dei più importanti è il centro sportivo ma, in fin dei conti, i progetti realizzati sono stati fatti con amore, quindi tutti hanno la loro importanza.

Che progetti avete per il futuro?

Uno dei primi progetti in via di realizzazione è la riqualificazione del parco pubblico La Loggetta, che è stato vandalizzato.

Quali sono state le principali difficoltà legate all’ arrivo del Covid-19?

L’emergenza sanitaria ha impedito di organizzare eventi benefici in presenza per la raccolta fondi; inoltre, con la crisi di tante industrie, abbiamo riscontrato un calo di donazioni.

Nonostante la pandemia siete andati avanti, reinventando le strategie di raccolta fondi. Siete soddisfatti del lavoro svolto in questi ultimi due anni?

Sì, siamo soddisfatti. Grazie a un’asta online di maglie di calciatori, messe a disposizione da Cannavaro, abbiamo raccolto più di 100 mila euro che sono stati utilizzati per coprire 3mila euro di spese a 1500 famiglie di Napoli in difficoltà economica.

di Gianmarco Calcinari  5 B