La carità e il volontariato: un nuovo sguardo sul mondo

Il giorno 14 marzo scorso, in sette ragazzi del quinto liceo, siamo partiti per un’opera di carità presso la mensa di Viterbo, gestita interamente da volontari. È stata la conclusione di un percorso iniziato in classe con rappresentanti della Caritas, che ci hanno illustrato il loro mondo e le tantissime iniziative, spiegandoci il senso profondo del volontariato, una realtà molto importante e radicata nel nostro paese.

Appena arrivati, abbiamo conosciuto la responsabile della cucina e visitato l’ambiente, che comprende la mensa e un dormitorio con 16 posti letto, offerti gratuitamente.

Dopo un breve corso su come comportarci, abbiamo cominciato subito a lavorare per cucinare il menù proposto dalla capocuoca, ovvero pasta con zucchine, spinacine e broccoli, biscotti o cornetti e, come frutta, mele. Non è certo un pasto da gran gourmet, ma sano e nutriente.

Al momento del servizio la cosa che ci ha più colpito è stata l’apertura delle porte, quando tutti coloro che aspettavano di pranzare sono entrati come se tutto ciò di cui avessero bisogno fosse là dentro.

Per la maggior parte si trattava di ragazzi provenienti dal nord-Africa e dall’ Europa dell’Est, molti dei quali avevano sfregi e cicatrici sul volto, simbolo di una vita difficile e piena di sofferenza. Eravamo addetti a preparare e distribuire le porzioni, quindi abbiacaritàmo avuto un contatto diretto con gli ospiti. Molti non parlavano italiano, ma siamo comunque riusciti a comprendere le loro necessità…non c’è stato bisogno di altro, a volte, che di un sorriso e qualche gesto.

Grazie a questa esperienza abbiamo scoperto un nuovo aspetto della società in cui viviamo, quello che non appare ad un primo sguardo superficiale, ma che si può comprendere solo attraverso l’impatto diretto con queste persone, incontrandole e guardandole in faccia e non evitandole con fastidio, come accade spesso a molti di noi. Sarebbe bene provare sempre in prima persona, senza dare retta alle opinioni di altri, ma formandocene una personale, per giudicare in modo più consapevole ciò che accade intorno a noi.

Jolanda Puccio – Ester Sorrentino V C