HATERS: i “disprezzatori del web”

Disprezzo, aggressività, violenza verbale: un fenomeno sempre più preoccupante, diffuso e poco governabile quello dell’hate speech. Un’abitudine che ha a che fare non solo con i ragazzi e i vari casi di cyberbullismo, ma anche con gli adulti e i loro bersagli più ambiti: le donne, gli omosessuali e i migranti. Questi utenti, nascosti sotto i nickname più improbabili, avvelenano con i loro commenti carichi di odio i forum del web.

L’hate speech è in crescita in tutto il mondo e quando si deve trovare un colpevole i social ricorrono alla libertà d’espressione trattata nella legislazione degli Stati Uniti d’America. Si tratta di utenti che si nascondono dietro a uno schermo e scatenano polemiche a volte superficiali. Sono persone che, nella maggior parte dei casi, sono insoddisfatte della propria vita e lo dimostrano attraverso emozioni che manifestano, come la rabbia e l’aggressività, o nascoste, come la paura di non essere abbastanza. Si può anche realizzare un “lavoro di gruppo” chiamato odio aggregato, tipico degli haters che si coalizzano contro una sola persona causandogli un danno persistente, perché purtroppo la rete non dimentica anche se gli eventi vanno poi a sfumare nel tempo.

Tutto ciò accade perché i social network permettono l’anonimato, anche quando si riscontrano insulti pesanti e minacce, e usano come scudo la privacy degli utenti iscritti. Il loro campo d’azione è rappresentato dai social, dai blog e dalle chat dove, attraverso il meccanismo dei troll (persone che intenzionalmente disturbano una discussione solo per il gusto di fare arrabbiare gli altri), inondano la rete di frasi razziste e violenza verbale in generale. Ciò che differenzia l’hate speech è il fatto di usare termini diretti senza lasciare spazio a altre interpretazioni, traendo forza dall’assenza di contatto visivo e mimica facciale. La soluzione a questo odio gratuito, risiede nelle normative, viste le dimensioni del problema, ma ciò di cui abbiamo bisogno è un cambiamento culturale radicale e un’educazione sull’uso di Internet.

Flavia Lupattelli III C